Domus
Domus

Domus e abitazioni

La tipica casa romana, il cui modello era ampiamente diffuso fin dall’inizio anche nelle città latine come Praeneste, era dai latini chiamata domus. Oggi gli archeologi indicano con questa parola un’abitazione urbana unifamiliare, di dimensioni variabili, le cui stanze sono articolate intorno ad un cortile centrale scoperto (atrium) che fornisce luce agli ambienti, solitamente chiusi verso l’esterno per ragioni di sicurezza. Al centro dell’atrio, intorno al quale corre un piccolo portico retto da colonne o pilastri, può essere una vasca per la raccolta dell’acqua piovana (impluvium),mentre  gli ambienti di fondo sul lato opposto rispetto all’ingresso svolgono funzioni di rappresentanza – il padrone di casa riceve gli ospiti nel tablinum – e spesso accolgono la sala da pranzo (triclinium; coenatio). Con il miglioramento delle condizioni economiche le domus si fanno più lussuose e, a partire dalla tarda età repubblicana, posteriormente all’atrio si aggiunge un porticato (peristylium) che circonda un giardino sul quale si aprono altre stanze. Quando la domus presenta anche il peristilio normalmente intorno ad esso sono disposte le stanze di soggiorno e sul giardino si aprono gli ambienti di rappresentanza e le sale da pranzo.

Le abitazioni di epoca imperiale sovente, a Praeneste, si impostano su edifici precedenti. Questi vengono a volte riutilizzati con piccole modifiche, come nell’ambiente recentemente scoperto a Nord del cosiddetto macellum, altre volte sono modificati ed integrati con strutture nuove. Questo secondo caso trova un ottimo esempio nella grande abitazione visibile da via degli Arcioni, a monte dell’area archeologica. Si tratta di una domus del tipo ad atrio e peristilio che, in epoca imperiale (tra il I ed il III secolo d.C.), vede l’ampliamento dei precedenti edifici repubblicani, forse accorpati a formare un unico, grande complesso abitativo decorato da bei mosaici, policromi ed in bianco e nero, e da pitture parietali.

Il peristilio di un’altra domus repubblicana rimaneggiata nella prima epoca imperiale è attualmente visibile nell’ampia area di parcheggio all’incrocio del viale Pio XII con la via Madonna dell’Aquila, dove è conservato anche un  tratto dell’antica via Prenestina.

Nel cortile di un’abitazione privata su via Ceciliana è, infine conservato (e visitabile) il lungo corridoio affrescato di una terza abitazione ristrutturata tra il I ed il II secolo d.C., ma impostata su un nucleo risalente almeno all’inizio del I secolo a.C. e che, a sua volta, aveva preso il posto di un piccolo santuario del culto demetriaco.

 

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